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Violazioni verificate

Veneto. 10 anni fa fallì attentato mafioso a una giornalista

Il bersaglio era Monica Andolfatto de Il Gazzettino per i suoi articoli. Il piano è emerso a febbraio 2019 da atti dell’inchiesta anticamorra At Least

Nel 2009 alcuni esponenti della criminalità organizzata volevano intimidire a colpi di pistola la giornalista Monica Andolfatto del quotidiano il Gazzettino di Venezia per bloccare il suo puntuale lavoro di cronista di cronaca nera e giudiziaria che metteva in luce l’attività  dei clan in Veneto. Si è appreso dieci anni dopo, dagli atti giudiziari sulla recente operazione anti camorra At Least condotta dalla DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Venezia. Il 19 febbraio 2019 le indagini hanno determinato l’arresto di 50 persone, accusate a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso e di altri reati. La notizia ha fatto molta sensazione. La giornalista ha ricevuto numerosi attestati di solidarietà.

Monica Andolfatto lavora tuttora al quotidiano il Gazzettino di Venezia ed è la segretaria del Sindacato dei Giornalisti del Veneto.

L’episodio risulta da un’intercettazione disposta dagli inquirenti durante le indagini. Un imprenditore, accusato di essere il boss dell’organizzazione criminale legata al potente clan camorristico dei Casalesi, aveva ordinato a una terza persona di far esplodere dei colpi di pistola contro la cronista, per metterle paura. Il piano non fu messo in atto perché la persona incaricata di eseguirlo fu arrestata. Inoltre, dagli atti, è emerso che nel 2011, dopo la pubblicazione di altri articoli sui cosiddetti “casalesi di Eraclea”, gli esponenti del clan avrebbero ripreso in considerazione l’idea di agire per intimidire la giornalista.

Eraclea è un comune in provincia di Venezia. Tra le 50 persone arrestate il 19 febbraio 2019 c’è Mirco Mestre, il sindaco di Eraclea, accusato del reato di voto di scambio elettorale, cioè di avere ricevuto voti in cambio di favori dal clan. Nel 2016, Mirco Mestre era stato eletto prevalendo sull’avversario per soli 81 voti di vantaggio. Dopo l’arresto il sindaco si è dimesso. Il 5 marzo 2019, il Consiglio Comunale si è riunito per discutere le dimissioni del sindaco. Videoperatori e fotoreporter non sono stati ammessi in aula. Monica Andolfatto e il presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Veneto, Gianluca Amadori, hanno commentato:  “Gli amministratori farebbero meglio a preoccuparsi della mafia invece che dei cronisti”.

RDM

Leggi anche: Il caso Andolfatto e la punta dell’iceberg

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